Archivio storico festival GAD

 
 
Sabato 29 Ottobre
Ore 21
Teatro Sperimentale
 

Don Chisciotte Sancio Panza

 
Miguel de Cervantes
 
Giuseppe Miggiano
 
Compagnia Teatrale Calandra
 
Tuglie (LE)
 
Don Chisciotte

Informazioni aggiuntive

  • Compagnia - Compagnia Teatrale Calandra
  • Regia - Giuseppe Miggiano
  • Autore - Miguel de Cervantes
  • Città - Tuglie
  • Provincia - LE
  • Categoria Spettacolo - In Concorso
  • Annualità - 2022
 
 
INTERPRETI E PERSONAGGI

FEDERICO DELLA DUCATA - Don Chisciotte, Pastore
GIOVANNI SERINI - Sancio Panza
ANNA RITA VIZZI - Teresa Panza, Narratore 1, Contadina, Cantastorie 1
BENEDETTA FEDELE - Nipote, Narratore, Cantastorie 2
PIERO SCHIRINZI - Curato, Viandante, Paesano, Cantastorie 3, Diavolo/Merlino

 

REGIA: Giuseppe Miggiano
GRAFICA E SCENOGRAFIA - Piero Schirinzi
MUSICHE ORIGINALI - Federico Della Ducata
COSTUMI - Piero Schirinzi, Benedetta Fedele
DIRETTORE DI SCENA - Anna Rita Vizzi
ORGANIZZAZIONE GENERALE - Salvatore Selce

 
 

La figura del cavaliere don Chisciotte, legata a filo doppio a quella del suo fido scudiero, Sancio Panza, è quella di un visionario che, esaltato da storie fantastiche, va nel mondo in cerca d’avventure e combatte contro i mulini a vento, convinto di affrontare degli invincibili giganti. Simbolo dell’anelito verso l’evasione dalla vita quotidiana – con le sue consuetudini che mortificano lo spirito d’avventura – il personaggio don Chisciotte ha a lungo simboleggiato e ancora simboleggia il rifugio in un mondo immaginario per tenere viva la scintilla della vita sotto i colpi della monotonia e del disincanto. Il richiamo e le suggestioni offerte dalle grandi narrazioni, dalle epopee dei cavalieri erranti celebrati in poemi e romanzi suscita, infatti, nel protagonista il desiderio di emanciparsi dalla mediocrità, per cimentarsi in imprese picaresche.

 

Intorno a lui, una giostra di personaggi ancorati saldamente alla realtà, che gli rimproverano l’aria trasognata e l’azzardo dei suoi slanci: tra tutti, la sua controparte, la figura di Sancio, amico e compagno di avventure, che tenta di mitigare goffamente, ma affettuosamente le chimere dell’amico. Così progressivamente il fervore dell’immaginazione si scontrerà con la durezza di una realtà senza passioni. Che fare, dunque? Rassegnarsi? Conformarsi? Chiudere per sempre nel mesto cassetto delle rinunce, i sogni e l’immaginazione? Rinunciare all’avventura, all’impresa, al viaggio, agli ardori di una vita finalmente eroica che conferisca senso ai giorni tutti uguali?

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