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IL CASTELLO DI K

di Massimo Roberto Beato

 
 
20151140
 

IL CASTELLO DI K

 
Massimo Roberto Beato
 
Dramma in nove scene
 
L'agrimensore K. arriva alla locanda e viene accolto con molta diffidenza, in quanto nessuno crede che abbia avuto un incarico dai dirigenti del castello che domina dall'alto tutto il circondario...
 
 
NUMERO COMPLESSIVO DI PERSONAGGI

11 (quattro personaggi vengono interpretati da quattro attori che interpretano già altri quattro personaggi)

NUMERO DI COMPARSE / FIGURANTI

nessuno

 
TIPOLOGIA PERSONAGGI

K: Agrimensore
Oste: Proprieteario della locanda del Ponte
Gardena: sua moglie, ex amante di Klamm
Klamm: Direttore delegato dell'autorità del castello
Frieda: Cameriera dell'osteria. Attuale amante di Klamm
Due aiutanti dell'agrimensore: pasticcioni inconcludenti. Molto simili.
Schwarzer: Altro delegato dell'autorità del conte
Il sindaco: personaggio autorevole, ma di poca importanza
Mitzi: sua moglie. La vera autorità decisionale al posto del marito.

 
 
SINTESI DEL TESTO

L'agrimensore K. arriva alla locanda e viene accolto con molta diffidenza, in quanto nessuno crede che abbia avuto un incarico dai dirigenti del castello che domina dall'alto tutto il circondario. Non gli viene neppure concessa una stanza per dormire e si deve riposare su un pagliericcio in terra. La mattina dopo arrivano i suoi due aiutanti, che hanno un solo nome e si comportano all'unisono. K vede da lontano il castello ed entra in una casupola. All'osteria arriva la lettera di assunzione di K. e l'atteggiamento dei proprietari cambia. Gli viene concessa una stanza e Frieda, che era l'amante del Direttore Klamm ospite della stessa locanda, diviene subito l'amante di K. Quando entra Gardena, la moglie dell'oste, Frieda mostra a K, da una fessura sul muro, il Direttore Klamm, poi nasconde K sotto al tavolo e dice all'oste che è uscito,poi si nasconde sotto al tavolo insieme a lui. I due assistenti vedono la scena e ridacchiano.

Al mattino, quando K si sveglia dal sonno trova nella sua camera l'ostessa che fa la calza. K le comunica che vuole sposare Frieda e che vuole parlare con Klamm, ma ciò si rivela impossibile, perché Frieda è una persona importante in quanto fa parte del castello, mentre K. non è nessuno e procura solo guai. Frieda è l'unica che può parlare con Klamm e guardare dalla fessura. K decide allora di parlare con il sindaco, ma Gardena lo implora di non parlare con nessuno, perché lui è all'oscuro di tutto. Nell'ufficio del sindaco ci sono tutti i protagonisti, ma sono tutti mascherati e impegnati in lavori fittizi. Non ci sono telefoni per parlare col castello mentre lì ce ne sono tanti ma senza suoneria per cui è impossibile comunicare. L' unica cosa certa è che non c'è bisogno di un agrimensore, ma K vuol rimanere perché si è fidanzato. A K. viene quindi offerto un posto da bidello di cui comunque non c'è alcun bisogno, ma Frieda lo spinge ad accettere, perché altrimenti dovranno lasciare la locanda. Intanto Klamm è forse partito e ha lasciato all'oste una lettera per K in cui si congratula per l'ottimo lavoro fatto. Frieda vuole andare via, perché si sente spiata anche dagli assistenti e pensa che K. si sia messo con lei soltanto per arrivare al castello. La scena seguente costituisce l'epilogo della vicenda.

Nella locanda c'è il caos, perché si stanno svolgendo gli interrogatori dei funzionari con tutti i forestieri. Frieda, che ormai si è convinta del non amore di K. accetta la corte del nuovo Delegato dell'autorità del conte ed esce con lui sorridendo. K si chiede se tutto sia un sogno, si addormenta e mentre tutti si affacciano nella stanza il baccano finisce.

 
VALUTAZIONE

Il lavoro esaminato rappresenta una fedele trasposizione dell'opera di Kafka. Sono riproposte le stesse contraddizioni oniriche ossessionanti e le stesse stravaganze introdotte dall'autore. Nello stesso modo ritornano le stesse simbologie.

La riscrittura di Beato fa continuamente riflettere sul carattere angoscioso, drammatico e precario della condizione dell'uomo in ogni età e particolarmente in quella contemporanea; il drammaturgo intende condurre lo spettatore attraverso un itinerario onirico e a tratti surreale, ma in realtà drammaticamente realistico in cui emerge, tra tutte, soprattutto la difficoltà di affermare la propria identità.