SINTESI DEL TESTO
Ninetto, vetturino nella Roma pontificia dei primi dell’Ottocento, lavora presso Monsignor Caracciolo, un alto prelato reazionario durante il pontificato di Pio VII, il Papa re. In un ambiente così “pericoloso”, dove la restaurazione si intreccia spesso fra le lame dei coltelli ed i lampi delle spingarde a servizio del Papa, Ninetto viene precipitato in un incarico delicatissimo. Dovrà fare da tutore al giovane nipote del Monsignore, il conte Enrico, che viene da Milano, perché ricercato dagli austriaci in quanto simpatizzante delle idee carbonare. Un giovane inaffidabile che abitualmente indossa, addirittura, un cappello napoleonico.
Lo scetticismo, la scaltrezza, ma anche la paura dell’indolente Ninetto lo seguiranno in tutto l’arco della vicenda romantica del “pellegrino” conte Enrico. L’idealismo e la tracotanza del giovane nobile lo porterà ad innamorarsi, fra le tante, addirittura di Paolina Bonaparte, la sorella del “fu imperatore”. I rischi si susseguono incessanti e il vetturino Ninetto, svolgendo bene il suo incarico di protettore, diverrà anche amico del giovane conte. Fino all’inevitabile destino di entrambi.
Per seguire Paolina Bonaparte, la fatalità li porterà di fronte al Teatro Argentina mentre viene rappresentato Il Barbiere di Siviglia. Il vetturino è finalmente d’accordo con la propria madre. E’ vero, “a fasse l’affari propria se campa cent’anni”, ma si chiede e interroga tutti noi: gli affari propri quali sono?
VALUTAZIONE
Testo vivace, interessante sul piano linguistico e banco di prova per l’attore che lo interpreterà, dovendo sobbarcarsi l’interpretazione di tutti i personaggi in scena.