SINTESI DEL TESTO
Su Pasolini si è scritto tanto eppur ancora poco rispetto alla grandezza dell'uomo, del poeta e del regista. Questa è un'altra operazione incentrata sul suo delitto. Intrigante e attenta a seguire un rigore logico e morale.
NOTE
testo vincitore della terza edizione del Premio Antonio Conti, sez. Mai rappresentati.
Scritto in un romanesco iperrealista ed efficace, il testo ci invita a rileggere la storia dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini da un punto di vista originale e inquietante. Si tratta di una ricostruzione audace, che potrebbe essere vicina a una verità che - a quasi cinquant’anni di distanza dal delitto - è ancora lontana dall’essere chiarita. I personaggi sono ben delineati, il succedersi delle scene ha un ritmo incalzante e la storia risulta avvincente. L’ambiente delle borgate romane, evocato da personaggi ambigui e disperati, è convincente, e la macchinazione di agenti segreti cinici e confusionari, è credibile nell’atmosfera di guerra civile strisciante che caratterizza l'Italia del 1975. Il tono è drammatico, teso, e rifugge la retorica. Insomma un buon lavoro, che merita di andare in scena e di contribuire alla discussione su uno dei fatti più inquietanti della recente storia italiana.