Archivio storico festival GAD

 
 
Domenica 20 Settembre 2015
Ore 21
Teatro Rossini
 

Il Giardino dei Ciliegi

 
Anton Cechov
 
Mario Cipollini e Antonella Gennari
 
Teatro di Pesaro La Piccola Ribalta
 
Pesaro (PU)
 
Il Giardino Dei Ciliegi

Informazioni aggiuntive

  • Compagnia - Teatro di Pesaro La Piccola Ribalta
  • Regia - Mario Cipollini e Antonella Gennari
  • Autore - Anton Cechov
  • Città - Pesaro
  • Provincia - Pesaro e Urbino
  • Categoria Spettacolo - In Concorso, Dramma
  • Annualità - 2015
 
 
PERSONAGGI E INTERPRETI

LIUBA - Cinzia Battistelli
ANIA - Chiara Clini
VARIA - Sara Tomasucci
GAIEV - Corrado Capparelli
LOPACHIN - Francesco Corlianò
TROFIMOV - Michele Spezi
PIS’CIK - Franco Cesaroni
CHARLOTTA - Patrizia Paoloni
IEPICHÒDOV - Maurizio Garattoni
DUNIASCIA - Pamela Ioni
FIRS - Romano Pucci
IASCIA - Claudio Rossini 

 

 

TRADUZIONE - Gerardo Guerrieri

DIRETTRICE DI SCENA - Elisabetta Ghiselli
ASSISTENTI DI SCENA - Laura Angelini, Agnese Cipollini
LUCI - Antonella Gennari
FONICA - Bisser Genga
COSTUMI - Alessandra Bertocchi, Antonella Gennari
SCENOGRAFIA - Mario Cipollini, Luca Serafini
REALIZZAZIONE SCENOGRAFIA - Ruben Tomasucci
ARREDI DI SCENA - Alessandra Bertocchi
DECORO - Francesco Corlianò
MUSICHE ORIGINALI - M° Enzo Veddovi
TRUCCO - Agnese Cipollini

 

 
 

Il giardino dei ciliegi è l'ultima e probabilmente la più lirica delle opere teatrali di Cechov. La vicenda di Ljubov' Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia rispecchia la crisi di una società, la decadenza di una classe e l'affermazione di un'altra, il delinearsi di un nuovo sistema di valori. Ripropone i temi, cari al drammaturgo russo, dell'idealismo, della frustrazione, del sacrificio in funzione di un avvenire migliore, e ancora "la sofferenza del mutamento", qualcosa che fatalmente accomuna tutti, giacché al fondo di ogni trasformazione si affaccia per ognuno di noi, inevitabile, l'interrogativo sul senso ultimo delle cose.

Liuba, dopo una lunga assenza, dopo essere fuggita via lontano da ricordi dolorosi, torna a casa perché la proprietà deve essere venduta a causa dei debiti contratti da una vita dissoluta e spensierata. Al ritorno ritrova i suoi affetti, quel che resta della sua famiglia, ma anche i suoi ricordi. Le persone, la casa, gli oggetti, i sapori; in un attimo riaffiora la memoria del tempo dell’infanzia, l’unico tempo forse felice della sua esistenza. L’inizio della storia è il tempo del ritorno, ma anche il tempo della primavera e dell’alba di un nuovo giorno. È il tempo dei ricordi e dell’infanzia. Si, ci sono i debiti, i problemi, ma Liuba e Gaiev sembrano non curarsene troppo e continuano la loro esistenza come fossero all’interno di una eternità immutabile.

 

Qualche mese dopo, in campagna, adagiati all'interno del tempo immobile dell'attesa, mentre tutto sembra quiete, improvvisamente si avverte un suono lontano, il presagio di un accadimento terribile che di lì a poco sovvertirà l'ordine delle cose cambiando profondamente la società e spazzando via la vecchia aristocrazia decadente.

Eppure i personaggi del Giardino, ancora una volta, non sembrano affannarsi e continueranno a volteggiare, quasi a ricercare uno stordimento dionisiaco, in una danza che pare insieme gaia e spensierata ma anche grottesca e straniante. Inesorabile il destino si manifesta, la proprietà infine viene venduta e non resta che lasciare, per sempre, la casa, il luogo dei ricordi e degli affetti cari.

È il tempo dell’epifania e ciascuno sarà costretto a oltrepassare la porta e seguire la propria strada nella vita. Il Giardino dei ciliegi ci mostra personaggi fotografati nel momento del loro divenire, alle prese con una quotidianità fatta di ansie, dolori, affanni, turbamenti, gioie, progetti, amori, sogni. Non possiamo che amare questi personaggi così simili a noi, veri come la vita.

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