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  • Madame Papillon conquista il Rossini

La signorina Papillon di Benni appassiona e diverte il pubblico del Teatro Rossini.

 

gad la signorina papillon teatro rossini 25 09 2015 03La Signorina Papillon di Stefano Benni è andata in scena con successo al Teatro Rossini, interpretata dalla Compagnia del Leonardo di Carbonera (Treviso) per il 68º Festival Nazionale d’Arte Drammatica.
Una favola noir, una pièce fantastica, agghiacciante, ambientata in atmosfere strane con una visione tragicomica dell'esistenza, tipica del teatro dell'assurdo. La dolce Rose, dal vestito bianco candido che annota nel proprio diario gustosi sofismi e descrizioni doviziose delle sue variopinte farfalle e delle sue rose surreali, talora erotiche, che alludono a veri e propri amplessi, vive in seno al suo bel mondo incantato e pensa di essere lontana, immune da qualsiasi pericolo esterno. In realtà, invece, è molto più vicina ad esso di quanto possa pensare, come accade quando irrompono improvvisamente tra le farfalle e i fiori (piacevole ed accattivante l'allestimento del roseto in scena) tre inquietanti personaggi - la cugina Marie Louise, donna con un passato da navigata ed esperta che si rivela essere l'amante del militare Armand, appartenente ad una loggia segreta e del poeta Millet, finto giardiniere, che a loro volta, si scambiano tenerezze fra loro; tutti coinvolti, quindi, in un voluttuoso intreccio e tutti con il desiderio di andare a vivere la vita parigina, ove le donne si pavoneggiano recando in testa favolosi candelieri che illuminano le sale, mentre gli uomini mostrano in testa... soltanto le corna. Con un'efficace serie di metafore vengono rappresentate le ipocrisie, le follie di una società cinica, in evidente stato di decadenza e d’imbarbarimento. Il vulcanico virtuosismo linguistico dello scrittore bolognese Stefano Benni, autore pungente in sintonia con il teatro comico, divertente, è stato perfettamente adattato e reso funzionale all'andamento pirotecnico dello spettacolo: un carosello vorticoso e multicolore che fa ridere e girare la testa. Le parole, talora difficili ma appropriatamente costruite, sempre disposte come in un perpetuo scioglilingua, con il loro supremo potere caotico, sonole vere protagoniste, tessono dialoghi ricchi, taglienti, frenetici, edificano mondi, alterano realtà, identità, ruoli, rifondano valori e disvalori.
Gli attori della Compagnia del Leonardo di Carbonara (Treviso) - in particolare sono piaciuti i due fratelli gemelli - sono riusciti ad essere coinvolgenti ed il pubblico, in un finale in cui è difficile cogliere la differenza fra sogno e realtà, non è stato avaro di riconoscenti applausi nei loro confronti.

 

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