L’Associazione Amici della Prosa, sita in Pesaro, Via Zanucchi 13, comunica che a seguito del bando emesso ad inizio d’anno, sono pervenute nei termini previsti n° 104 domande di partecipazione al 71° Festival nazionale d’Arte drammatica in programma il prossimo autunno al Teatro Rossini di Pesaro.
Dopo attenta e scrupolosa valutazione, la Commissione Selezionatrice ha ammesso all’unanimità i seguenti spettacoli (elencati in ordine di protocollo):
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di Mimmo Capuzzi
COMPAGNIA TEATRALE COLPO DI MASCHERA di FASANO (Brindisi)
Rino Gaetano è stato un cantautore italiano ricordato per l’ironia e i “non senso” caratteristici delle sue canzoni ma, anche, per la denuncia sociale celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati. Il merito di Mimmo Capuzzi, regista ed autore di questo originale spettacolo, è quello di realizzare un intreccio teatrale e musicale. Ci viene così raccontata la storia di quattro musicisti, la loro amicizia e le personali ambizioni. Ciò avviene, all’interno di un garage, mentre i quattro sono alle prese con la scaletta di un loro importante concerto. Il finale dello spettacolo resta sospeso: che a Vigevano si possa spaccare o meno rimane un mistero. Certo è che si viene sensibilizzati, con partecipazione, ad un senso di politica e giustizia che Rino Gaetano ha nascosto nelle sue canzoni, sempre attuali.
di R. Puliero da A. Campanile
COMPAGNIA LA BARCACCIA di VERONA
Prendendo le mosse dagli scritti di Achille Campanile, illustre umorista della letteratura del novecento, lo spettacolo mescola sottile ironia e travolgente divertimento per mettere alla berlina i luoghi comuni, le frasi fatte, i modi di dire e gli atteggiamenti più usuali che tutti noi utilizziamo anche nelle situazioni di singolare gravità. Tale è anche la partecipazione alla tristezza di una dipartita, laddove il cordoglio si esprime in un florilegio di espressioni abusate, pronto nel contempo a trasformarsi in sollievo sorridente; ma quanto più l’intreccio si avvicina allo strampalato, tanto più realistico appare il giudizio critico sulla superficialità di convenzioni e convenienze. Lo spettacolo diventa anche un sorridente invito a riscoprire la ricchezza smisurata delle parole che usiamo ogni giorno, tesoro prezioso talora misconosciuto della nostra bella lingua. Lo spettacolo inserisce anche personaggi del teatro popolare, accennando alla Commedia dell’Arte, al cabaret, al teatro di rivista e alla farsa anche quando si diverte a lambire i confini del dramma.
di Arthur Miller
TEATRO DI PESARO “LA PICCOLA RIBALTA” di PESARO
E’un testo di rara intensità drammaturgica che ci prende per mano per condurci in una serie di riflessioni condotte immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Delinea la ricaduta personale e di coscienza individuale che il conflitto bellico ha generato. La vicenda pone al centro la famiglia Keller, scossa dal ritorno di Ann, un tempo fidanzata del primogenito dei Keller, disperso in guerra, e figlia dell’ex socio di Joe Keller. Ann è stata invitata da Chris, l’altro figlio dei Keller. I due ragazzi sono segretamente innamorati e vorrebbero sposarsi, ma le loro intenzioni si scontreranno con il fragile equilibrio familiare, facendo riemergere i fantasmi del passato. Più che sulla guerra in sé il testo s’incentra sulle sue conseguenze. Emerge chiaramente uno scontro di valori tra chi è andato a combattere per un ideale e chi con cinismo ha sfruttato la situazione per arricchirsi. “Questa attenzione al tema del profitto più o meno “sporco” - dicono i registi - rende il testo a nostro avviso provocatorio e stimolante”.
di Bruno Di Donato
COMPAGNIA TEATRO DEL BIANCONIGLIO di EBOLI (Salerno)
Chi sono i “settàneme”? Sono spiriti vaganti chiamati a raccontare la loro storia. Parti recitate in cilentano antico si alternano a segmenti musicali. I protagonisti propongono una recitazione a tinte forti, su uno sfondo da inferno dantesco. Mistero e magia, oscurità e brividi con lampi di luce nella notte del tempo. Una recitazione che giunge diritta al cuore parlando il linguaggio universale dell’emozione. Eccoli alcuni spiriti vaganti, i “settàneme”: Un sacerdote che viene preso dal diavolo in persona sul suo cocchio nero. Un’adolescente murata viva dai fratelli, nel tardo medioevo, perché colpevole di essersi innamorata di un giovane del paese. Angela Russi, condannata al rogo nel ‘500 per stregoneria. “A strangulatora”che aiutava a trapassare i malati terminali dando loro una sorta di eutanasia. Nicolò De Troiano, un avvocato che venne accoltellato perché difendeva i contadini contro i baroni. Vera protagonista, però, è la Morte che, a cornice, apre e chiude la storia con una riflessione sull’idea di Giustizia.
di Domenico Marchigiani
COMPAGNIA QUANTA BRAVA GENTE di Grottaglie (Taranto)
Marco, Paolo e Giovanni, tre amici con tre caratteri totalmente diversi, ma, ciò nonostante , tre amici veri (o forse no). Rapporti basati, da sempre, sulla sincerità e la lealtà (o forse no). Una moglie che non ha mai amato suo marito, tradendolo con tutti, ma mai con chi avrebbe, in questo modo, tradito un’amicizia (o forse sì). Un improbabile dio brasiliano, con tanto di foglie e lucette, che mai potrebbe influire sul corso degli eventi (o forse sì). Sono questi gli ingredienti che compongono “Nient’altro che la verità”, una commedia divertente, ma dal sapore amaro. Una commedia in cui la menzogna ed il tradimento regnano sovrani, creando situazioni comiche che si alternano a momenti forti e crudi in cui tutto sembra sprofondare nella tragedia. Cosa trionferà? La verità o la menzogna? L’amore o l’odio per un amore tradito? L’amicizia o la slealtà? In un turbinio di emozioni forti, lo spettacolo volgerà al termine, lasciando lo spettatore con un dubbio: cosa fa più male, la menzogna o la verità?
di William Shakespeare
COMPAGNIA TEATRO DELL’OVO di MARCIANISE (Caserta)
Chi non ha sentito almeno una volta nella vita parlare di questo celeberrimo dramma? Una vigorosa tensione attraversa i personaggi che, stimolata progressivamente da Iago, sovverte non solo il legame coniugale ma anche gli animi degli altri personaggi e, con essi,la rete convenzionale dei rapporti. “Io non sono quello che sono” diventa il motivo centrale di questa tragedia dell’amore e trova in Iago lo strumento che rende esplicite le difficoltà del rapporto “ideale”. Difficoltà consumate nell’intimo delle coscienze. La Compagnia Teatro dell’Ovo riesce a proporre il lavoro in modo assolutamente efficace per passione e forza drammatica. Un grande classico che si imprime nella memoria.
di b. Roland e R. Zamengo da R. L. Stevenson
COMPAGNIA TEATROIMMAGINE di SALZANO (Venezia)
Il testo dello scrittore inglese R. L. Stevenson diventa, nel lavoro di Teatroimmagine, un pre-testo per immaginare nuove situazioni, per parlare di temi attuali. Si gioca e ci si diverte con il pubblico e con la maschera, ovvero con le nostre personali “pozioni”. L’atmosfera londinese, ovattata dalla nebbia, con gli odori delle sue strade e del Tamigi, i rumori dei passi e dell’acqua, le luci dei lampioni e delle case di notte, non è poi così dissimile da quella di Venezia. Anche qui si possono ascoltare i rumori dei passi nelle calli buie, l’acqua dei canali, la sirena dell’acqua alta e vedere il torpore delle luci dei palazzi e dei campielli. La nebbia londinese somiglia stranamente al “caigo” veneziano. Ecco allora che dalla bruma londinese escono il Dott. Jekyll e Mr. Hyde e, dal “caigo” veneziano, sono usciti il Dottor Jacopo e Miss Heydi, Ottone e Tellurio, ma anche Teodolinda e Lucilla, Pantalone e Fontego.
di Ronald Harwood
COMPAGNIA STABILE DEL LEONARDO di TREVISO
Siamo nella provincia inglese devastata dalla seconda guerra mondiale. Una compagnia Shakespeariana, in sfacelo, gira per teatri non ancora rasi al suolo dai nazisti. Sono pochi gli attori sfuggiti al reclutamento obbligatorio. Tra il pubblico solo anziani e vedove, ma il teatro è pieno. Il prim’attore, che tutti chiamano con deferenza “Sir”, è in preda ad una crisi di nervi e piange. Il tracollo del protagonista sembra destinato a portarsi dietro, nel baratro, tutta la compagnia…ma Norman, il servo di scena di Sir, da tanti anni al suo fianco, il suo confidente, il parafulmine delle sue sfuriate, l’unico che lo sopporta, non è affatto intenzionato a mollare e ad annullare lo spettacolo. Tra superstizioni, rituali, invidie, recriminazioni, piccole soddisfazioni, grosse delusioni e intrecci dietro le quinte si consuma lo spettacolo e la vita stessa di Sir.