Amici della Prosa

Le recensioni degli spettacoli della giuria giovani, composta dagli studenti degli Istituti Superiori della città.

 

Recensioni "Trappola per un uomo solo"

"Trappola per un uomo solo", di Robert Thomas, è un giallo ricco di colpi di scena e che tiene il pubblico senza fiato fino alla fine, infatti sono proprio gli ultimi istanti che permettono la risoluzione del mistero. È stato inscenato dalla Compagnia dell’Orso, il cui regista Paolo Marchetto recita il ruolo di Daniel Corban (il protagonista); gli  altri personaggi sono Elizabeth Corban, la “moglie” di Daniel, interpretata da Maria Faggionato, il commissario di polizia impersonato da Marco Barbiero, Paul Brissard detto La Merluce da Massimo Nichele, Don Maxime da Alberto Marchetto e infine la Signorina Berton da Linda Balsamin.

Daniel ed Elizabeth, sposati da tre mesi, stanno trascorrendo una vacanza in uno chalet, vicino alla località francese di Chamonix. Tutto sembra andare bene ma all’improvviso Elizabeth scompare; Daniel in preda al panico chiama disperatamente il commissario di polizia che proverà a risolvere il caso, ma tutto si complica ulteriormente quando allo chalet si presenta una donna con un prete che sostiene di essere Elizabeth. Daniel invece, spaventato e in mezzo a una crisi di nervi, assicura che quella donna non si tratta di sua moglie ma di una truffatrice interessata solo al suo denaro.  Servirebbero delle prove per testimoniare ciò ma risulta essere impossibile recuperarle … 

Il finale, totalmente a sorpresa e al 100% inaspettato, ha lasciato a bocca aperta tutto il pubblico. Nel totale lo spettacolo ha riscosso molto successo e piacimento; ciò si deve alla bravura degli attori, che sono riusciti totalmente a mettere in scena situazioni piuttosto complicate. Tra di loro si rapportavano in maniera del tutto naturale ed appropriata, i gesti erano profondamente in linea e coerenti con quelli del personaggio interpretato. Tutto ciò ha fatto in modo che il pubblico non potesse distogliere lo sguardo dal palcoscenico, in altre parole c’è stato un completo coinvolgimento. Ciò si deve anche agli elementi scenici, del tutto in armonia con la trama e l’ambientazione: la poltrona, il divanetto, le pareti con le teste di cervo e l’angolo adibito agli alcolici ritraeva perfettamente l’idea di uno chalet di montagna.

Per concludere direi che "Trappola per un uomo solo" porta con sé tutte le caratteristiche di uno spettacolo straordinario e sensazionale, consiglio caldamente la visione di questo giallo almeno una volta nella vita! Proprio perché non si tratta esclusivamente di un giallo come un altro, ma racchiude in sé diversi generi tra cui quello psicologico ed è proprio questo che suscita interesse, curiosità e porta il singolo a cercare di risolvere il caso autonomamente; questo è stato il mio caso: durante tutta la rappresentazione ho formulato le mie ipotesi, ed è crescita in me questa enorme curiosità di sapere come si risolverà il mistero. 

di Camilla Baldelli

 

Premetto con il dire, affinché possa non risultare ipocrita o poco onesto, che, inizialmente, lo spettacolo non mi stava piacendo e, oltre che pensarlo sostanzialmente confusionario, lo trovavo di una noia disarmante. L'elemento cardine del mio radicale cambio di opinione però è stato il saper rendere protagonista (da parte degli attori) la caratterizzazione psicologica in relazione al paradosso della vicenda. Nel guardare uno spettacolo teatrale, cerco qualcosa che possa travolgere, qualcosa che riesca, nella brevità del sua durata e nel relativo spazio che otterrà nella memoria dello spettatore, a lasciare un pezzo di sé in colui che guarda ed apprezza. Questo lo si riesce a creare solo se quest'ultimo (lo spettatore), fonte propria di vissuto, catalizza nella scena ciò che, nel bene o nel male, non è riuscito e non riuscirà mai a trovare al di fuori del teatro. 

"Trappola per un uomo solo" è riuscito, con una trama avvincente ed un casting fenomenale, a travolgere, con il colpo di scena finale, la paradossalità delle scene antecedenti. È riuscito, con una presumibilmente ambiguità temporale voluta, a centralizzare l'attenzione riguardo ciò che, trascendendo le epoche, può realmente costituire l'emblema della condizione umana perenne: Solitudine, Speranza, Lucidità e, talvolta, Pazzia. 

L'utilizzo della musica semplicemente sublime. Una grande opera si particolareggia soprattutto da ciò che più implicitamente l'ha caratterizzata: Le note sulla scoperta finale, unite alla proverbiale bravura degli attori, hanno reso ancora più drammatica e spiazzante la scoperta ultima. Infine, conclusive ma non per importanza, sceneggiatura e recitazione: attori con battute mai banali e sempre di esposizione calzante e chiarissima, luci e montaggi di scena efficaci e di buon attuazione tecnica. Ritornerei a vederlo e lo consiglio candidamente.

di Leonardo Paoloni

 

Il 20 Ottobre 2022 non solo è stata una delle mie prime esperienze a teatro, diciamo, volontarie, visto che ho trovato l’esperienza teatrale lontana da qualcosa che potesse essere di mio gradimento, ma mi ha anche piacevolmente sorpreso lo spettacolo presentato, nonostante la mia diffidenza iniziale. Mi sono trovato davanti un’opera davvero avvincente, con delle prove attoriali, per usare un termine anglofono, a mio parere “top tier”. Ma procediamo per gradi: la trama.

La trama è molto semplice: la moglie di un uomo francese di fine ‘900 scompare nel nulla, e l’uomo in questione si affida al commissario del suo paese per avviare delle indagini e ritrovarla, ma un prete e una donna, che afferma di  essere la sua moglie perduta, si presentano a casa sua, anche se lui non la riconosce. Dicevo, trama molto semplice, ma l’atmosfera che si va a creare intorno a questa vicenda l'ho trovata deliziosamente surreale, ma di un surreale che regge il gioco dell’assurdità della vicenda stessa, e non risulta per nulla fuori luogo, anzi aiuta lo spettacolo a trasmettere questo senso di irritazione, rabbia e sentire che c’è qualcosa che non va allo spettatore fin dall’inizio. Generalmente gli spettacoli sono abbondantemente accompagnati da una colonna sonora o della musica in sottofondo, sia tra un intermezzo e un altro, sia proprio nel bel mezzo della scena, ma credo proprio che in questa opera il non aver scelto di utilizzare molte musiche durante  le varie scene, ma solo negli intermezzi, abbia contribuito notevolmente alla costruzione di questa inquietudine, ansia e rabbia. Inoltre devo dire che, anche nel cinema, apprezzo notevolmente l’utilizzo ridotto al minimo ma indispensabile della musica, se non necessaria, perché si rischia di rovinare un’intera scena, e questo succede molto spesso purtroppo.

La scenografia diciamo che… è abbastanza facile da valutare, dato che l’intera vicenda avviene dentro il salotto d’ingresso dell’uomo, e non cambia mai, se non con l’interazione tra e dei  vari personaggi presenti, che suggeriscono inoltre allo spettatore, anche con dei piccolissimi particolari, spunti di riflessione su come possa andare avanti la storia. Dicevo inizialmente che la prova attoriale era veramente ad alti livelli, per quanto riguarda però il mio gusto personale: mi sono piaciuti particolarmente il commissario  e la (chissà…) falsa moglie del protagonista, che sono riusciti davvero a rendere LORO il personaggio e a renderli quasi reali, in particolar modo lei, odiosa fino al midollo e davvero ma davvero irritante. Non che gli altri attori siano stati di livello più basso, sia chiaro, ma semplicemente per quanto concerne il mio gusto personale e le mie considerazioni, loro due mi hanno colpito particolarmente.

Mi ha colpito anche il personaggio dell’eccentrico barbone, decisamente considerabile la spalla comica dell’opera, che in generale può essere considerata piuttosto seria, nonostante la stravaganza dell’atmosfera volutamente creata. Arrivando alle conclusioni finali, posso dire che, per essere la mia prima volta a teatro con la curiosità di vedere uno spettacolo, e non costretto ad andarci, sono rimasto positivamente colpito, e credo proprio che vivrò questa esperienza con il sorriso e la curiosità di scoprire se questo progetto potrà darmi altre opere come questa. Se dovessi consigliarlo a qualcuno, lo consiglierei agli amanti del giallo e a quelli che cercano un finale che… non si aspetterebbero mai… non aggiungerò altro.  Voto: 10/10

di Gianmarco Lugnoli

Pubblicato in Oh My Gad
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