Le recensioni degli spettacoli della giuria giovani, composta dagli studenti degli Istituti Superiori della città.
Sulla spiaggia di una terra imprecisata, che è ogni luogo, sbarca un personaggio misterioso: lo chiamano "Kraken". Dal suo arrivo in poi tutti gli abitanti inevitabilmente saranno legati da un filo, che come un cordone ombelicale li unirà al Kraken. Isidoro, re di quella terra, malato e tormentato dalle finte gesta eroiche che millanta ai suoi sudditi, viene guarito da ogni suo male sia fisico che psicologico da questa figura misteriosa. Il Kraken sembra nutrirsi delle menzogne e dei mali delle persone; legandosi, però, a loro indissolubilmente in eterno. Perché come ci fa capire l'opera, non si può separare il bene dal male. L'uomo nella sua totalità è entrambe le cose e non può essere uomo se non così. Quando il Re si fa estirpare tutti i mali dal Kraken afferma poi di sentirsi bene ma di sentirsi vuoto, come se non fosse più lui, come se non fosse più umano. L'opera gioca sugli opposti: bene e male, vita e morte; anche se concetti agli antipodi, indivisibili e necessari l'uno all'altro per la propria l'esistenza. Ciò viene sottolineato anche dalla scelta dei colori all'interno della scenografia e nei costumi (prevalgono il bianco e il nero) e nella squisita scelta e direzione delle luci (rosso e blu). Gli attori recitano magistralmente, con grande complicità e intesa, quasi da professionisti; la magnifica scenografia surreale ci trasporta in un mondo onirico che potrebbe essere ogni luogo e nessuno, reale o solo frutto della nostra mente. Poi il Kraken, personaggio che trova molte affinità con il ben più oscuro e malefico "Cthulhu" di Lovecraft (l'aspetto fisico, il canto ipnotico, il mare e l'abisso da dove vengono entrambi...), incuriosisce lo spettatore e lo tiene incollato alla poltrona del teatro. Uno spettacolo da non perdere assolutamente e che consigliamo vivamente di vedere al più presto.
Asia Piermaria
Nicolò Simoncelli
Il giorno 30/10/2021, al teatro Sperimentale di Pesaro, è andato in scena lo spettacolo teatrale ‘Kraken’, scritto da Patrick Quintal e tradotto da Eva Franchi e interpretato dalla compagnia ‘teatro dei Dioscuri’ di Salerno con la regia di Antonio Caponigro.
Lo spettacolo narra l’arrivo di un uomo misterioso alla corte di re Isidoro. L’uomo, il cui nome è Kraken, era stato chiamato dalla serva del re, Basilia, con lo scopo di alleviare le molteplici sofferenze del sovrano.
Un tratto particolare è l’atmosfera surreale creata dal fatto che non vengono specificati lo spazio e il tempo in cui si svolge la vicenda.
L’opera è una metafora della vita umana in quanto rappresenta l’impossibilità di separare elementi indivisibili dell’uomo quali la vita e la morte, il bene e il male.
Gli attori in scena erano tre: Emiliano Piemonte (re Iisidoro), Azzurra Liliano (Basilia) e Antonio Caponigro (Kraken).
Purtroppo riteniamo che non tutti gli attori siano riusciti a rimanere nel personaggio per tutta la durata dello spettacolo. In alcuni momenti lo stesso personaggio sembrava avere due caratteri completamente diversi, ma questo probabilmente è dato dalla regia e non dall’abilità degli attori. L’interpretazione ogni tanto faceva trapelare incertezza e innaturalezza, inoltre gli attori davano spesso le spalle al pubblico e questo comprometteva la rappresentazione in quanto non si vedeva il volto dell’attore e non si comprendevano bene le parole.
Un tratto originale che abbiamo apprezzato è la scenografia; questa era molto interessante in quanto si trasformava durante la scena così come i costumi.
Durante la maggior parte dello spettacolo, però, riteniamo che il palco non sia stato sfruttato nel migliore dei modi: gli attori era sempre vicini nello stesso punto mentre il resto della scena rimaneva vuota. Inoltre le luci potevano essere usate di più per illuminare i personaggi invece che il palco in generale.
Un punto a favore è dato da effetti sonori, musiche e effetti speciali che erano estremamente adeguati a ogni situazione e creavano una cornice interessante e particolare.
Non ci è ben chiara l’andatura dello spettacolo: alcune scene ci sono sembrate molto lente (ad esempio alcuni dialoghi) ma allo stesso tempo la trama andava avanti molto velocemente e la situazione era in continua evoluzione.
Podrini Elisa
Cascini Chiara,
Ceccarelli Gabriele