Amici della Prosa

Le recensioni degli spettacoli della giuria giovani, composta dagli studenti degli Istituti Superiori della città.

 

Recensioni "Cyrano de Bergerac"

Si apre il sipario. Sul palco, nient’altro che sgabelli vuoti. Entrano gli attori, e subito la scena prende forma: un teatro dentro al teatro… inizia lo spettacolo. All’improvviso, dalla platea emerge una singola voce, una figura che poi sale sul palco e sposta l’intera scena su di sé. In quel momento, ho capito quanto avrei amato questo spettacolo. La compagnia Archibugio ha sfidato a duello l’opera di Edmond Rostand, scritta ormai 125 anni fa, cercando di rappresentarla efficacemente con un’impostazione piuttosto moderna, tra scenografie ridotte al minimo indispensabile, rotture della quarta parete ed energia senza pari trasmessa dagli attori, uscendone vincitrice in un modo spettacolare, perfettamente conforme al suo protagonista.
Gli attori, assolutamente fenomenali per tutta la durata dello spettacolo, sono stati in grado di mantenere la tensione teatrale al livello ideale in ogni scena, dalle più comiche alle più tragiche, senza mai perdere il loro ritmo e la loro energia, il tutto accentuato dal loro utilizzo della gestualità e della voce, enfatizzate al massimo o mantenute al minimo a seconda di quanto richiedesse la scena. I personaggi non hanno mai perso la loro personalità e la loro vitalità, dominando la scena in ogni momento, senza che la scenografia o la musica ne annegassero la performance.
A proposito della scenografia e del commento musicale, ho apprezzato tantissimo la loro essenzialità: pochissimi elementi, utilizzati magistralmente. La musica, utilizzata in poche scene, non è mai risultata fuori luogo, donando a quelle scene un'atmosfera che forse gli attori da soli non avrebbero potuto dare. La scenografia era composta unicamente da sgabelli di legno, tutti uguali; cosa che forse non tutti avranno apprezzato, ma che io ho trovato geniale. Durante tutto lo spettacolo, questi semplici sgabelli hanno cambiato funzione costantemente, trasformando la scena da un teatro a una pasticceria, dal balcone da cui si affaccia Rossana per ascoltare le belle parole che pensa venire dal cuore del suo amato Cristiano a un campo di battaglia. Tutto è corredato anche da un ottimo utilizzo della luce, che accompagna gli attori durante tutto lo spettacolo mettendo in risalto i vari protagonisti delle scene e che a tratti assume dei toni caravaggeschi.
Nel complesso, uno spettacolo eccellente, che sa conciliare perfettamente l’opera di Rostand con un modo di fare teatro quasi sicuramente inimmaginabile per i tempi; eppure, non riesco a non pensare che, per le sue innovative, fantasiose e a volte bizzarre trovate, Cyrano l’avrebbe sicuramente apprezzato. Lo spettacolo riesce a far emergere in ogni sua parte la personalità del suo protagonista, nell’irriverenza e nella timidezza, in una meravigliosa performance completa sotto ogni aspetto. Ed al fin della licenza, tocca.

di Eleonora Romano

 

“Cyrano de Bergerac” con la regia di Giovanni Florio tratto dall’opera di Edmond Rostand, è lo spettacolo che sicuramente mi è piaciuto maggiormente fino ad ora. La vicenda narra di un uomo afflitto da un disagio fisico, ovvero dal suo grande e brutto naso. Cyrano era spesso scontroso ed arrogante, ed era solito nascondere il suo animo sensibile da poeta. Innamorato segretamente della cugina Rossana, pensa che mai nessuna donna avrebbe potuto amarlo a causa della sua bruttezza. Un giorno Rossana gli confessa di essersi innamorata del giovane Cristiano, un uomo bello e affascinante ma senza alcuna capacità poetica. Da questo momento in poi il protagonista metterà da parte i suoi reali sentimenti e si metterà al servizio del suo “rivale” in amore, scrivendo lettere destinate alla fanciulla sotto il nome dell’amante

La storia prosegue con questo meccanismo fino al momento in cui Cristiano si accorge davvero del sentimento che Cyrano prova per Rossana e lo sprona a confessarglielo. Il giovane amante della fanciulla muore durante una battaglia e in seguito a questo avvenimento lei si rinchiuderà in convento, dove settimanalmente, Cyrano andrà a farle visita. Dopo quindici anni il protagonista confesserà la verità all’amata prima di morire a causa di un’imboscata. La sceneggiatura usata era molto povera ed essenziale, forse affinché il pubblico si concentrasse maggiormente sulla vicenda e sui personaggi, ma avrei preferito qualcosa di più strutturato per poter dare un effetto più realistico all’ambiente e per donare un maggiore impatto alla storia stessa. Ho trovato di mio gradimento la semplicità dei costumi utilizzati. Non ho, invece, apprezzato il fatto che tutti gli attori aspettassero il loro turno sul palco, non effettuando delle vere e proprio entrate ed uscite di scena. Anche questo aspetto ha reso lo spettacolo un po’ meno realistico, tuttavia ho trovato la prova attoriale generale di grande impatto. Gli attori hanno utilizzato i giusti toni e i giusti ritmi riuscendo a calibrarli perfettamente in base all’intensità delle scene. In particolar modo il protagonista è riuscito con la sua energia a non annoiare mai e a tenere sempre alta la mia attenzione.

Ha saputo perfettamente dare vita ad un personaggio così complesso, alternando ai toni ironici quelli più profondi. La storia in sé è volta ad emozionare e a portare il pubblico ad immedesimarsi nei personaggi. Pur essendo una vicenda di grande spessore e portatrice di messaggi importanti, la formula utilizzata è riuscita in parte ad alleggerire il tutto: l’ironia che è il filo conduttore che caratterizza tutto lo spettacolo, non è andata ad intaccare il messaggio profondo bensì a renderlo ancora più visibile. Il sarcasmo di Cyrano mette il pubblico nella situazione di una riflessione. L’ironia con cui il protagonista parla di sé e delle situazioni che lo circondano sono un modo per difendere la propria persona, un modo per andare avanti nonostante le complicazioni, egli non si piange addosso ma anzi è consapevole dei suoi punti di forza e dei suoi limiti, spesso e volentieri si nasconde dietro il suo sarcasmo e la sua arroganza ma troverà un veicolo per far uscire la sua parte più sensibile: la poesia. Inoltre è facile notare la complessa psicologia del protagonista: un uomo forte che all’inizio ci si presenta con la sua arroganza ma che nel corso della storia fa uscire la sua vera personalità e tutta la sua bontà d’animo. Ho particolarmente apprezzato, quindi, la scelta di riproporre questa storia che può essere anche facilmente riconducibile a molteplici aspetti della nostra società attuale su cui tutti dovremmo riflettere.

di Elena Barbieri

 

Spesso capita che alle persone non piaccia il proprio naso, nonostante non lasciano che influenzi la loro vita più di tanto. Nell'opera "Cyrano de Bergerac", invece, il naso gioca un ruolo molto importante.
Il protagonista dell'opera, Cyrano, è un uomo colto e sensibile, sa scrivere poesie ed è un ottimo spadaccino. Ma purtroppo ha un naso smisurato: grosso, lungo e bruttissimo. Cyrano ama la cugina Rossana, ma non ha il coraggio di rivelarglielo proprio per paura che lei lo rifiuti a causa del suo naso.
Un giorno Rossana gli chiede di incontrarsi per parlare e Cyrano, emozionato, accetta, credendo che lei vada a confessare i suoi sentimenti per lui, però la sua amata ha ben altro in mente. Infatti lei si è innamorata di un altro uomo, Cristiano de Neuvillette, un giovane cadetto molto bello. Si fa anche promettere da Cyrano di proteggerlo e prendersi cura di lui. All'inizio lo fa solo per la promessa fatta a Rossana, poi per una sincera amicizia che nasce tra i due uomini.

Una vicenda d'amore travolgente, la storia di un amore romantico e impossibile, così grande che Cyrano rinuncia al suo stesso amore per rendere felice Rossana con Cristiano. Perché per il protagonista e la sua amata la felicità, che sembra essere sempre a portata di mano, in realtà non è mai raggiunta per colpa di fraintendimenti, insicurezze e non osare abbastanza. E il loro grande amore resta soltanto e sempre un sogno.
Questa è un'opera mette in scena una storia romantica, avventurosa, tenera e allo stesso tempo drammatica che vi fará ridere, piangere ed innamorare.
Gli attori sono stati molto bravi a calarsi alla perfezione nei personaggi e pure a far capire molto bene la situazione e il luogo in cui si trovavano utilizzando solo delle sedie e pochi oggetti di scena. Inaspettata è stata l'entrata in scena dalla platea del protagonista, che ho apprezzato molto.

di Serena Faraoni

 

Ho molto apprezzato lo spettacolo visto sia la storia in se è soprattutto la ottima recitazione e scenografia di tutti gli attori che ha reso tutto ben comprensibile e commovente
Un'altra cosa che mi è piaciuta molto e come è stato trattato l'argomento dell'amore e di come lui ha paura di un rifiuto così per esprimere il suo amore senza esporsi le invia delle lettere sotto il nome di un'altro uomo, che a differenza sua è soggetto all'amore della donna; egli diversamente dal protagonista è dotato di bell'aspetto, ed è proprio questo l'ostacolo fondamentale della vicenda : Bergerac crede di essere brutto e perciò non meritevole d'amore, ma in seguito scoprirà che la donna lo avrebbe amato indipendentemente dal suo aspetto, è bensì per la bellezza della sua anima

di Monica Giorgi

 

Sono rimasta colpita fin da subito da questo spettacolo, infatti, nonostante l’opera non sia recente tocca tematiche attuali e dona un grande coinvolgimento emotivo trasmettendo: il desiderio di evasione, di disagio per la sua immagine, e la dolcezza di un sentimento così puro e genuino quale è l’amore, del protagonista. Un’opera in cui è facile immedesimarsi ed entrare a pieno nella storia grazie anche alla bravura degli attori.

di Lucrezia Massarini

Pubblicato in Oh My Gad
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