Amici della Prosa

Le recensioni degli spettacoli della giuria giovani, composta dagli studenti degli Istituti Superiori della città.

 

Tre sull'altalena

Una stanza poco illuminata di un palazzo, alla quale si può accedere da tre diverse porte, munita solo di alcune sedie, un telefono fisso e comunicante con un bagno posto sul retro, funge da sfondo alla storia dei “Tre sull’altalena”. Un commendatore, un ex militare e un professore piombano contemporaneamente nella stanza, spinti da tre esigenze differenti, che non verranno mai accontentate: quella stanza è veramente il luogo dove ai tre avventori erano stati programmati i loro appuntamenti?

Né ai personaggi, né tantomeno al pubblico è dato di sapere la risposta, a tal punto che l’inedita triplice natura del luogo in cui essi si trovano e la stranezza dei fatti che lì dentro avvengono non fanno che accentuare l'ambiguità e l'incredibilità della storia. Mille dubbi, domande, paure e sospetti crescono nella mente dei tre personaggi, che li esternano in base alla loro natura rispettivamente ansiosa, ottimista e razionale; con l’aumentare del tempo trascorso nella stanza, semplici congetture su quale sia il loro destino, si tramutano in domande filosofiche ed esistenziali. Gli approfondimenti sulle teorie di ognuno di loro si ispirano a filosofi come Cartesio e Schopenhauer e vengono esplicati non con parole del lessico specifico filosofico o termini sconosciuti ai più, bensì, tramite il racconto, da parte dei personaggi, di aneddoti, storie e addirittura barzellette, in modo da far comprendere a tutti il concetto chiave che viene espresso.  

I dialoghi e le riflessioni dei tre uomini sono portati avanti ad un ritmo sostenuto, prodotto dalla rapidità del “botta e risposta” che gli attori mantengono senza cedimenti e dalla scelta delle musiche di scena. Le parole pronunciate velocemente e con affanno, i movimenti sempre più scattosi e rigidi aumentano la tensione e l’agitazione che hanno preso il sopravvento sull’atmosfera del palcoscenico.

Nonostante questo, i personaggi non mancano di fare battute, ridere di cuore e usare l’ironia per sdrammatizzare la situazione pesante e fuori dal loro controllo. Il pubblico arriva poco a  poco a comprendere cosa stia realmente succedendo, esattamente in concomitanza ai personaggi e da essi stessi viene tenuto con il fiato sospeso e con la curiosità di scoprire come finirà la storia dei “Tre sull’altalena”, ai quali oramai si è affezionato.

Elisa Conestà

 

 

Scoperta, stupore, misteri e incomprensioni sono i temi che hanno caratterizzato lo spettacolo teatrale intitolato "Tre sull'altalena". Personaggi che con maestria hanno saputo cogliere l'attenzione degli spettatori facendoli sentire veramente parte dello spettacolo proprio come se ognuno di loro fosse stato un attore. Una scenografia semplice ed essenziale. Tre uomini sono i protagonisti di questo spettacolo i quali, per ragioni misteriose, si incontrano in uno stesso luogo pur possedendo tre diversi indirizzi: si ritrovano quindi a dover risolvere il problema sull'origine della Trinità dell'indirizzo. Durante la notte, costretti a trascorrerla in questo luogo ancora indefinito, i tre cominciano a discutere su temi etici morali e religiosi giungendo addirittura a considerare quello spazio indefinito come un'anticamera per l'aldilà. Una storia avvincente e accattivante dal tono umoristico ma capace di portare lo spettatore in una dimensione più profonda facendolo riflettere su temi che contraddistinguono l'esistenza umana.

Flavia Magi

 

 

Abbiamo assistito a una commedia che, nonostante sia sta scritta più 30 anni fa, è stata resa estremamente immediata e attuale anche per un pubblico giovane come noi, con un umorismo semplice e d’impatto, che permette di trattare con leggerezza e criticità tematiche serie ed elevate, quali temi sociali, politici, oltre che filosofici, come il senso della vita e ciò che seguirà.

Abbiamo molto apprezzato la capacità degli attori di rendere partecipe il pubblico e coniugare personaggi tanto diversi tra loro: abbiamo un professore, rigoroso, che tenta di darsi una spiegazione logica; un commendatore, spaventato e ansioso e un comandante, che trova la situazione perfettamente normale. Alla base di tutto vi è senza dubbio l’equivoco, che all’inizio porta i tre protagonisti a relazionarsi gli uni con gli altri per una serie di coincidenze che tuttavia hanno insito qualcosa di strano e soprannaturale, a cui ognuno dà la propria interpretazione.

Nella seconda parte compare un quarto personaggio, la donna delle pulizie, che nella confusione e nel delirio della situazione è ritenuta una figura santa, come l’angelo del giudizio, su cui si scherza con una serie di sarcastici doppi sensi. Alla fine dell’allarme anti-inquinamento, che trattiene tutti all’interno dello strano posto che è al contempo una pensione, una redazione un ufficio, i tre vanno per la propria strada ma si ritrovano chiusi dentro: con un colpo di scena le porte sono tutte chiuse.

Jacopo Muscatello
Emma Basch
Emma Venturi

Pubblicato in Oh My Gad
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