Amici della Prosa

Le recensioni degli spettacoli della giuria giovani, composta dagli studenti degli Istituti Superiori della città.

 

Una recensione (non molto professionale) dello spettacolo Ubu Re

La rappresentazione teatrale alla quale ho assistito sabato 23 ottobre 2021 è una delle opere più famose del drammaturgo Alfred Jarry, Ubu Re, inscenato per la prima volta nel 1896, ovvero più di un secolo fa ma credetemi se vi dico che non per questo non possa essere attuale. D'altra parte ancora oggi portiamo in scena opere greche che sono state scritte più di duemila anni fa e che possono sorprenderci per la loro sensibilità verso le tematiche odierne.

Facendo delle ricerche, ho scoperto che l'opera dell'Ubu Re è nata come parodia del Macbeth misto a vari riferimenti dall'Amleto e Re Lear, tutti e tre spettacoli di Shakespeare ed è una recita di natura surrealista. La trama vede come protagonisti Padre Ubu e Madre Ubu mentre escogitano un piano per uccidere Venceslao, re della Polonia. I due, mettendo su una piccola congiura, riescono nell'intento e si appropriano del trono sbarazzandosi in un secondo momento dei vari nobili che appoggiavano il vecchio re. Solo il figlio del regnante precedente, Bugrelao, rimane in vita, tramando così la propria vendetta.

Gli attori che si sono esibiti in questa rappresentazione teatrale sono stati secondo me sublimi poiché ho potuto apprezzare il gran lavoro che è stato fatto dietro le quinte, soprattutto sull’interpretazione dei vari personaggi, resi anche attraverso il linguaggio del corpo e del viso. I vari atteggiamenti esibiti dagli artisti sono molto caratteristici e ben riusciti nell'intento di creare un'atmosfera fuori dal comune. I costumi indossati dai diversi partecipanti sono stati ben fatti poiché molto particolari e attenti al dettaglio, eccellenti nel mostrare le personalità energetiche e grottesche che ogni personaggio esibiva all’interno dell'opera.

Un altro elemento che mi ha ammaliato in gran modo è stata la scenografia mostrata nel corso dell'esibizione, molto creativa ed affascinante, ulteriormente arricchita da un colorato gioco di luci che aggiungeva dinamicità al tutto. Il fatto che mi ha colpito di più è che lo sfondo richiedeva la presenza di un gran numero di comparse che si immedesimavano nel panorama stesso, certe volte servendosi anche di oggetti come cornici o flauti.

Non ero abituata a questo tipo di teatro, onestamente la prima cosa che ho pensato assistendo ai vari comportamenti mostrati dai personaggi all'interno della recita era che fossero sotto delle "droghe potenti" ma devo ammettere che più tempo passavo ad assistere a questa bizzarra rappresentazione teatrale, più trovavo amabile la scena che mi si poneva davanti agli occhi, cominciando così a cogliere anche la parte più artistica e fonica della rappresentazione, come i momenti di battaglia analoghi a delle vere e proprie coreografie di danza o lo spezzone musicale di Padre Ubu che mi ha colto di sorpresa ma che ritengo sia stata una scelta intelligente da parte della regia. Lo spettacolo è stato molto più movimentato rispetto a quelli ai quale ho assistito precedentemente ma mi ha maggiormente affascinato soprattutto per il suo stile originale.

Vi voglio lasciare con questa frase che mi ha fatto ridere di gusto ed alla quale sto pensando in modo costante da quando l'ho sentita per la prima volta, anche per darvi un idea di cosa troverete all'interno dell'opera se la andrete a vedere e della quale consiglio la visione anche come membro della giuria giovani del G.A.D.: "Siete sposato? Sì! Con una baldracca!".

di Silvia Calicchio

 

Recensione allo spettacolo Ubu Re 

L’opera teatrale “Ubu Re” portata in scena dalla compagnia “Satyrion Teatro” riprende la tragedia scritta da Alfred Jarry, modernizzandola adattando un testo risalente al 1896 ad un pubblico odierno. Padre Ubu, un suddito ambizioso, viene sobillato dalla moglie a uccidere il re del proprio paese e la relativa famiglia, per ascendere al trono. In seguito, però, diventando il nuovo sovrano, si trasforma in un tiranno sanguinario che instaura nel paese una vera e propria dittatura, costringendo il proprio popolo a riscuotere tasse esorbitanti e uccide senza scrupoli chiunque non avesse obbedito alle leggi da lui dettate. L’insieme di tutti questi personaggi è stato rappresentato magnificamente dagli attori, i quali sembravano davvero immedesimarsi perfettamente nei molteplici ruoli.

La caratterizzazione è stata resa benissimo sia dai costumi, sia dal linguaggio corporale degli attori. La scenografia è stata adattata davvero bene alla rappresentazione, rendendo efficacemente l’idea della storia: abbiamo apprezzato particolarmente la scelta di far avere funzione scenografica anche ad effettivi attori. La rappresentazione è stata anche molto coinvolgente per i giochi di luce utilizzati adeguatamente per le scene di battaglia, e dalla musica. Pensiamo che questo abbia contribuito in gran parte allo spettacolo poiché riteniamo che il lavoro svolto nell’accostare la parte scenica e musicale a quella recitativa sia stato fatto alla perfezione rendendo lo spettacolo più accattivante ed intrattenente per il pubblico.

Lo spettacolo è stato particolarmente coinvolgente e il riadattamento di questo testo è stato attualizzato perfettamente. Complessivamente quindi lo spettacolo di questa sera, 23 ottobre, ci ha colpite soprattutto sotto l’aspetto scenografico e di regia, ma anche la bravura degli attori non è da sottovalutare.

Ilenia Pontellini
Giulia Romani

Pubblicato in Oh My Gad
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